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vii ediz. "Vox belli"

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DESCRIZIONE IN BREVE 

Vox Belli: è un’eco che non conosce silenzio, una voce che da millenni accompagna l’umanità. La guerra muta i suoi volti e le sue armi, ma resta immutata la sua essenza: il fragore che squarcia il tempo, il fuoco che divora le città, la cenere che ricopre i sogni. È la marcia dei soldati che avanzano sotto vessilli ormai logori, è il clangore delle spade, il rombo dei cannoni, il bagliore delle bombe che trasformano la notte in un giorno di terrore. È anche ingegneria, astuzia, abilità, è innovazione, nuove scoperte, risorse economiche infinite con ripercussioni nella vita quotidiana; un tempo venerata, sacra…ora odiata e ripudiata. Da qualsiasi angolazione la si guardi, diviene cronaca scritta nelle pagine della storia, storia che spesso dimentica i nomi dei vinti e celebra soltanto i vincitori. Eppure, la guerra non è fatta soltanto di armi e di strategie, confinata in sé stessa. Essa si insinua nelle case e nei cuori, si annida nello sguardo di un bambino costretto a crescere troppo in fretta, nel pianto di una madre che attende invano, nella preghiera di chi, pur temendo il peggio, continua a sperare. Ogni conflitto è un dramma intimo, dove l’uomo è chiamato a confrontarsi non solo con l’altro, ma con sé stesso: con le proprie paure, con la propria sete di potere, con la propria capacità di resistere o di cedere.
Ma nella stessa voce che distrugge, risuona anche un’altra eco: quella della resilienza. La guerra racconta di città ridotte in macerie che rinascono più forti, di popoli che, pur divisi dal dolore, sanno ritrovarsi nella solidarietà. Narra di mani che soccorrono, di voci che si alzano contro l’ingiustizia, di speranze che, come fiori tenaci, germogliano tra le crepe delle rovine

Tema: ai partecipanti è chiesto di dare corpo e parola a questa voce senza tempo, scegliendo liberamente il cammino della propria narrazione. Potrete raccontare la guerra come epopea di eserciti e di battaglie, come viaggio interiore nell’animo umano, come memoria da preservare o come ferita da sanare. Universale o intima, storica o simbolica, epica o quotidiana: ogni interpretazione sarà legittima, purché autentica. Perché la guerra non è solo un fatto da ricordare, ma una voce che ci interroga ancora oggi, e che solo la scrittura può trasformare in memoria viva.
 

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